LUCUS, alberi, boschi & magie
Chiunque sia entrato in un bosco può capire il senso di sacro rispetto e anche una sorta di timore reverenziale che si prova vicino agli alberi e tra le piante.
Sappiamo che in passato esistevano numerosi culti legati ai boschi e agli alberi, perché considerati sacri. L’origine di queste pratiche risale alle civiltà primitive.
Nell’area mediterranea ed europea, ma non solo, il primo luogo sacro fu il bosco, in latino “lucus”, (plurale “luci”). Il bosco è, infatti, misterioso, pieno di vita, ma anche di pericoli. Era dunque necessario rendergli omaggio per ingraziarselo con offerte di cibo, preghiere, canti e danze.
Gli antichi romani, ritenevano che i boschi fossero abitati soprattutto da ninfe, fanciulle giovani e belle che vivevano in mezzo alla natura. Eleganti, flessuose, vestite di lunghe tuniche a velo, oppure nude, spesso si divertivano improvvisando danze e giochi, o intrecciando storie d’amore con Dei, satiri e uomini.
Con l’arrivo della Nuova Religione, i cristiani considerarono il culto dei boschi pratica pagana da estirpare attraverso l’abbattimento delle foreste sacre. Per il Cristianesimo i boschi erano, infatti, considerati dimore del diavolo e quindi era necessario reprimere il culto degli alberi e uccidere le divinità che vi abitavano.
Quando ciò non fu possibile i boschi divennero un luogo d’insediamento monastico e gli alberi vennero consacrati alla Madonna. I monaci Cristiani fondarono così i primi monasteri nei boschi.
Oggi noi sappiamo che cosa nasconde il bosco, sappiamo quanto sia profondo il legame di una strega con i luoghi naturali e di come sia spontaneo il dialogo con gli spiriti di fronte ad un albero. Abbiamo in noi quel seme antico dei nostri antenati grazie al quale riconosciamo il divino in ogni cosa esistente in natura e spesso ci risulta difficile parlare altre lingue se non quella silenziosa degli spiriti della natura…
Chiunque sia entrato in un bosco può capire il senso di sacro rispetto e anche una sorta di timore reverenziale che si prova vicino agli alberi e tra le piante.
Sappiamo che in passato esistevano numerosi culti legati ai boschi e agli alberi, perché considerati sacri. L’origine di queste pratiche risale alle civiltà primitive.
Nell’area mediterranea ed europea, ma non solo, il primo luogo sacro fu il bosco, in latino “lucus”, (plurale “luci”). Il bosco è, infatti, misterioso, pieno di vita, ma anche di pericoli. Era dunque necessario rendergli omaggio per ingraziarselo con offerte di cibo, preghiere, canti e danze.
Gli antichi romani, ritenevano che i boschi fossero abitati soprattutto da ninfe, fanciulle giovani e belle che vivevano in mezzo alla natura. Eleganti, flessuose, vestite di lunghe tuniche a velo, oppure nude, spesso si divertivano improvvisando danze e giochi, o intrecciando storie d’amore con Dei, satiri e uomini.
Con l’arrivo della Nuova Religione, i cristiani considerarono il culto dei boschi pratica pagana da estirpare attraverso l’abbattimento delle foreste sacre. Per il Cristianesimo i boschi erano, infatti, considerati dimore del diavolo e quindi era necessario reprimere il culto degli alberi e uccidere le divinità che vi abitavano.
Quando ciò non fu possibile i boschi divennero un luogo d’insediamento monastico e gli alberi vennero consacrati alla Madonna. I monaci Cristiani fondarono così i primi monasteri nei boschi.
Oggi noi sappiamo che cosa nasconde il bosco, sappiamo quanto sia profondo il legame di una strega con i luoghi naturali e di come sia spontaneo il dialogo con gli spiriti di fronte ad un albero. Abbiamo in noi quel seme antico dei nostri antenati grazie al quale riconosciamo il divino in ogni cosa esistente in natura e spesso ci risulta difficile parlare altre lingue se non quella silenziosa degli spiriti della natura…