MEMORIA E TEMPO
La mostra "Memoria e Tempo" divisa in due sedi (Castel Tirolo e Castel Velturno) ci riporta, in contesti diversi, alla riflessione sul senso di solitudine, alle domande sulla vita attraverso figure di donne seducenti, ma immobili e distanti nascoste nella loro maschera per cui tutto è enigma, inganno, provocazione.
Nella sede di Castel Tirolo sono in mostra ruderi di castelli di tutto il territorio, ormai in stato di rovina, inseriti di volta di volta in paesaggi più o meno ampi, dove prevale l’uso del bianco e nero. La Dama mascherata non interloquisce con lo spettatore, suggerendoci, con lo sguardo lontano, verso l’infinito, mondi immaginari, restituendoci, viceversa, tutto il fascino del luogo, tra torri e pizzi, con il candore della neve o con ampi cieli con sfondi montagnosi a noi conosciuti.
Non c’è risposta al mistero che avvolge le Dame di Pozza. Ci attrae il gioco di contrasti, l’attimo fuggente, la surrealtà. Il vero protagonista è il mistero. La natura spoglia, le mura di sasso e i rari scorci d’interno ci portano a ritrovare il genius loci e farne rivivere l’antico splendore, evocando spesso ambienti di corte, castellane e cortigiane.
Sono infatti tutti siti storici, in cui l’inquadratura è scelta con estrema cura e il livello tecnico nel sapiente uso di luci e ombre. L’assenza di cromia, a parte rare eccezioni in cui è appena percettibile, accentua il senso dello spaesamento, in cui la dama sempre assente metaforicamente e irraggiungibile, non fa che acuire la solitudine che pervade ogni scatto.
L’erotismo è una caratteristica portante della fotografia di Pozza, ma mai ostentato, palesato completamente, semmai suggerito, ispirato.
(presentazione a cura di Paola Bassetti Carlini)
La mostra "Memoria e Tempo" divisa in due sedi (Castel Tirolo e Castel Velturno) ci riporta, in contesti diversi, alla riflessione sul senso di solitudine, alle domande sulla vita attraverso figure di donne seducenti, ma immobili e distanti nascoste nella loro maschera per cui tutto è enigma, inganno, provocazione.
Nella sede di Castel Tirolo sono in mostra ruderi di castelli di tutto il territorio, ormai in stato di rovina, inseriti di volta di volta in paesaggi più o meno ampi, dove prevale l’uso del bianco e nero. La Dama mascherata non interloquisce con lo spettatore, suggerendoci, con lo sguardo lontano, verso l’infinito, mondi immaginari, restituendoci, viceversa, tutto il fascino del luogo, tra torri e pizzi, con il candore della neve o con ampi cieli con sfondi montagnosi a noi conosciuti.
Non c’è risposta al mistero che avvolge le Dame di Pozza. Ci attrae il gioco di contrasti, l’attimo fuggente, la surrealtà. Il vero protagonista è il mistero. La natura spoglia, le mura di sasso e i rari scorci d’interno ci portano a ritrovare il genius loci e farne rivivere l’antico splendore, evocando spesso ambienti di corte, castellane e cortigiane.
Sono infatti tutti siti storici, in cui l’inquadratura è scelta con estrema cura e il livello tecnico nel sapiente uso di luci e ombre. L’assenza di cromia, a parte rare eccezioni in cui è appena percettibile, accentua il senso dello spaesamento, in cui la dama sempre assente metaforicamente e irraggiungibile, non fa che acuire la solitudine che pervade ogni scatto.
L’erotismo è una caratteristica portante della fotografia di Pozza, ma mai ostentato, palesato completamente, semmai suggerito, ispirato.
(presentazione a cura di Paola Bassetti Carlini)